martedì 17 marzo 2009

Presentazione blog

In questo blog sono raccolti i migliori articoli riguardanti il disturbo da panico, molti sono presi da RIZA, e poi la raccolta della testimonianza di una lettrice.

Attacchi di panico: quando arrivano, come reagire

Gli attacchi di panico si presentano come assalti improvvisi e imprevedibili di angoscia e terrore. Non esiste alcuna motivazione apparente che possa giustificare tanta paura. Gli attacchi di panico irrompono quasi sempre nelle più comuni situazioni della vita quotidiana. In un momento delicato come quello della crisi acuta, saper fare le cose giuste ed evitare i comportamenti nocivi è più che mai importante. Applicare questa “sapienza” semplice ma concreta può ridurre drasticamente l’intensità della sintomatologia e far vivere meno drammaticamente gli attacchi di panico.

SÌ: cosa fare quando arrivano gli attacchi di panico

Proteggersi
Sottrarsi, anche solo per poco, al contesto (luogo, situazione o incontro) nel quale gli attacchi di panico sono esplosi. Se ciò non è proprio possibile, sarebbe comunque preferibile cercare di defilarsi un po’, ad esempio togliendosi dal centro della scena.

Mettersi comodi
Ovunque ci si trovi, cercare di mettere al più presto il corpo nella posizione più comoda possibile, compatibilmente alla situazione. Evitare la posizione sdraiata, che spesso peggiora i sintomi degli attacchi di panico.

Cercare frescura
Tra i sintomi più sgradevoli c’è la sensazione è di avere troppo caldo, di avvampare. Per alleviare questo "fuoco" si può allora cercare, se si è all’aperto, la freschezza dell’ombra o del vento; se si è in casa, si può creare un po’ di corrente aprendo le finestre.

Chiedere aiuto
Se si ha la sensazione di perdere il controllo e di cadere in preda all’angoscia, è bene individuare qualcuno che possa stare vicino per la durata dell'attacco di panico. Se non c’è nessuno, si può "chiedere aiuto" alle cose: un oggetto “positivo”, un rituale rassicurante, una distrazione.
NO: cosa non fare quando arrivano gli attacchi di panico

Lottare
Non si deve resistere a ogni costo e non bisogna cercare di opporsi. Gli attacchi di panico chiedeno spazio e tempo e se questi ultimi non vengono loro concessi, aumenteranno d’intensità finchè non diminuirà la nostra caparbietà. Meglio allora abbandonare ciò che stava facendo, cedere, limitarsi a osservare.

Fingere
Quando si ha un vero disturbo da attacchi di panico (DAP) è impossibile dissimulare e fingere di star bene. Anche questo peggiora le cose e aumenta la tachicardia. È meglio dichiarare il malessere e potersi così dedicare a sé stessi.

Scappare
In preda alla paura di morire, si può avere l'impulso di correre o di muoversi in modo concitato, senza guardarsi attorno, esponendosi così al rischio di incidenti o cadute. Bisogna fare il possibile per restare presenti a sé stessi.

Forzare il respiro
Le difficoltà respiratorie indotte dagli attacchi di panico, portano istintivamente a “cercare aria” con inspirazioni massimali e frequenti. Ciò manda il sangue in alcalosi, accrescendo la stessa sensazione di angoscia. Si deve dunque cercare di respirare normalmente.

Come si arriva agli attacchi di panico? Le abitudini sbagliate

Il Disturbo da Attacchi di Panico insorge come reazione a certe abitudini nocive, quando esse si stabilizzano nel tempo e divengono un tratto costante della personalità. Gli attacchi di panico colpiscono chi è troppo attento all'immagine che gli altri hanno di lui, chi non lascia fluire la propria energia vitale o blocca le pulsioni sessuali. Gli attacchi di panico rappresentano un mezzo estremo per eliminare tali comportamenti e per riavvicinarsi alla propria intima natura.


"Sono stato bravo?" "Sono stato all'altezza?" Domande dannose

Forse non te ne rendi conto, ma quando agisci sei sempre attento a strappare un consenso. Da come tieni pulita la macchina o ordinata la scrivania, a come parli, come ti muovi, a cosa decidi: dietro ogni azione c’è la tacita domanda: «Sono stato bravo?». Questo atteggiamento ti condanna a un’infanzia perpetua. E ti fa sentire goffo, pieno di angoscia per la paura di sbagliare, poco spontaneo. Il Disturbo da Attacchi di Panico è in agguato...
Non progettare senza realizzare

Avere idee nuove, spingersi in associazioni audaci, progettare è una buona premessa per la creatività. Ma creare significa realizzare. Non basta immaginare di farlo o convincersi di saperlo fare. Anzi, più il progetto si costruisce nella mente, meno si sente la necessità di costruirlo concretamente. La mente si sazia di idee senza bisogno dell’azione. Così il Disturbo da Attacchi di Panico arriva per spazzare via queste inutili sovrastrutture.

Non dire “va bene”, quando non è così

Sebbene un comportamento educato sia importante, abituarsi a dire troppi "va bene", anche in circostanze in cui non si è d'accordo coi nostri interlocutori, può diventare pericoloso. Infatti in questo modo non solo si indebolisce progressivamente il proprio libero pensiero ma, ancor peggio, ogni volta che non ci si riconosce nell'opinione dei più, ci si sente in colpa, come se esprimere la propria originalità fosse un atto di arroganza. Se si persevera in questi atteggiamenti nocivi, gli attacchi di panico compariranno per indirizzarci verso la "nostra" vita, da vivere come individui unici. In effetti, se non irrompessero gli attacchi di panico, la nostra autenticità verrebbe offuscata per sempre.
Non escludere il sesso per le tenerezze

Carezze, baci, parole dolci, ancora carezze, ancora baci… Ma quando il partner vuole qualcosa di più, dentro di te nasce una strana inquietudine, la fiducia vacilla e se lo assecondi lo fai soprattutto nella speranza che trionfi di nuovo la tenerezza e sia ancora tempo di coccole. L’eros è una forza che libera l’istinto, che asseconda fantasie di trasgressione, che ribalta i ruoli e che non vuole ingenue censure. Se la tenerezza diventa l’unico ingrediente dell’amplesso, può essere addirittura un deterrente alla passione. Impara ad arrenderti e lascia che siano le sensazioni a guidarti. Se ti opponi, rischi che il Disturbo da Attacchi di Panico e l'angoscia prendano il sopravvento.

Attacchi di panico: durante e dopo la crisi

La crisi di panico fa emergere funzioni mentali, aspetti della personalità e modi di essere prima ignorati da chi è invaso dal panico. Il modo in cui un individuo si percepisce può essere molto limitante per la sua personale energia vitale. Sforzarsi di eliminare l’angoscia e la paura di impazzire che si provano durante la crisi di panico non porta ad alcun risultato. Piuttosto si può provare a concentrarsi sulle sensazioni che provengono dalla crisi di panico, per riportare alla luce aspetti nascosti della personalità.

Quando senti arrivare i primi sintomi della crisi di panico, immagina di doverti preparare a far venire alla luce una nuova parte di te, come se l'attacco di panico fosse una sorta di “parto”, accompagnato dall’angoscia e dalla paura di morire.
Durante gli attacchi di panico: consigli per fronteggiare la crisi

La prima cosa da fare in caso di crisi di panico, è di cercare una posizione comoda: se ti senti costretto, liberati della cintura o allenta un bottone della camicia. Concentra poi la tua attenzione sul respiro e cerca di fare respiri corti, superficiali e regolari. Con questi gesti interferiranno i sintomi che accompagnano la crisi di panico: senso di oppressione al petto, formicolio agli arti, capogiri o sudorazione fredda… Intervieni su di essi, massaggiando lentamente ma anche con vigore la parte in cui si condensa il malessere. Per esempio, se avverti l’oppressione al petto, massaggia il torace; se invece avverti un formicolio alle braccia o alle gambe, massaggia gli arti; se ti senti il viso sudato o infiammato dal calore, massaggialo con entrambe le mani, come se dovessi liberarti, attraverso il massaggio, della tensione che percepisci, facendola fuoriuscire verso l'esterno. Il movimento deve essere deciso, come se stessi spingendo fuori da te la forza che smania di emergere e che ha causato la stessa crisi di panico.

La crisi di panico passa sempre

A questo punto ti accorgerai che il malessere, arrivato all’acme, comincia a diminuire. L’intensità che caratterizza la crisi di panico andrà via via scemando, mentre tu avvertirai una sensazione di svuotamento, di grande stanchezza mista a sollievo. Proprio come accade dopo aver partorito.

Rimettiti nella tua postura abituale, ricomponiti e lascia simbolicamente che il “piccolo” appena nato faccia sentire la sua presenza, impegnandoti a non censurare azioni e reazioni spontanee. Per esempio: ti senti di dire parole che ti sembravano inopportune? È il momento di pronunciarle e di liberarsi da un eccesso di autocontrollo. Scalci o tiri un pugno? L'attacco di panico ha segnalato che hai in te delle istanze aggressive da esprimere. Sorridi o ti commuovi? Forse è giunto il momento di arrendersi alle emozioni, che emergono prepotentemente proprio grazie alla crisi di panico.


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Sintomi fisici e psichici del Disturbo da Attacchi di Panico (DAP)

Sintomi fisici e psichici del Disturbo da Attacchi di Panico (DAP)
Chi è predisposto a soffrire di Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) tende a dare di sé l’immagine di una persona matura, responsabile, adulta, convinta di conoscersi a fondo. Per questo, una volta colpito dal Disturbo da Attacchi di Panico (DAP), non sa spiegare a sé stesso da dove provenga tale "anomalia".

Il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) elimina ciò che di falso si è sedimentato in noi
Nelle persone che soffrono di Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) si sono stratificati atteggiamenti, convinzioni, luoghi comuni, modi di pensare e di agire assorbiti dall’esterno. Tali stratificazioni costituiscono come un guscio, il quale però, anziché proteggere, finisce per soffocare un nucleo interno fragile e rimasto infantile, che possiamo chiamare, in senso laico, anima.

L'obiettivo "prediletto" del Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) è proprio la persona sicura di sé, il colosso d’argilla che ostenta una sicurezza in realtà fittizia; il suo stile di vita forzato prima o poi finisce per scatenare il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) e tutte le sue conseguenze.


I sintomi del Disturbo da Attacchi di Panico (DAP)

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Difficoltà respiratorie.
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Paura di morire o di impazzire.
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Aumento della frequenza cardiaca e/o palpitazioni.
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Sudorazione.
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Dolori al petto.
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Vertigini, stordimento, tremori, nausea, brividi.
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Formicolio o intorpidimento alle mani, al viso, ai piedi o alla bocca.
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Rossore al viso e al petto.
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Dissociazione, percezione di non essere nel proprio corpo.
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Terrore, angoscia e sensazione che qualcosa di orribile stia per accadere.
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Pianto incontrollabile (spesso anche dopo la crisi acuta degli attacchi di panico).

Attacchi di panico: cosa sono (DA RIZA)

Il disturbo da attacchi di panico (DAP) si manifesta con episodi intensi di ansia, della durata di 15-30 minuti di estrema apprensione e forte disagio. I sintomi degli attacchi di panico sono: senso di soffocamento e di costrizione al petto, palpitazioni, sudorazione, tremori, brividi o vampate di calore, formicolio agli arti, senso di instabilità, angoscia e paura di impazzire, paura di perdere il controllo o di morire. Ma perchè arrivano gli attachi di panico?

La spiegazione psicosomatica degli attacchi di panico

Gli attacchi di panico sono come delle onde d’urto prodotte dal nostro corpo per rompere una maschera che indossiamo ma che non ci rappresenta, e per farci scoprire chi siamo veramente. L'irruzione degli attacchi di panico è infatti preceduta dal tentativo, da parte nostra, di soffocare le parti più intime di noi stessi e di non permettere ad esse di emergere.

Simbolicamente sospeso tra vita e morte, chi soffre di attacchi di panico non riesce mai a "venire alla luce". Tra i sintomi, non a caso, vi è la paura di morire. E’ un po’ come se avessimo a disposizione tante vite, ma non riuscissimo mai a sfruttarle... Proprio questa dovrebbe essere la domanda da porsi in presenza degli attacchi di panico: «Oggi, con questa crisi, che vita sto ricacciando indietro? Cosa mi sto perdendo e cosa vogliono segnalarmi con tanta intensità gli attacchi di panico?».
Chi è più a rischio per gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico colpiscono generalmente le persone che, impegnate nella recita del loro ruolo, non vogliono ammettere a sé stesse di poter vivere delle vite alternative. Cieche e sorde ad ogni sollecitazione, esse preferiscono rinunciare. Ma tale rinuncia è praticamente impossibile, come dimostrano proprio gli attacchi di panico, che usano un metodo estremo per comunicare un messaggio fondamentale: «Attento, tu non sei Quello! Tu non sei, o non sei più, o non sei mai stato quel personaggio che stai recitando!». Il mancato ascolto delle esigenze più profonde, finisce per affamare la propria anima, la quale chiede così di essere nutrita di esperienze e di un senso dell’esistenza.

La vita può essere concepita come una forza che dall’interno ci rinnova continuamente, un’onda feconda, profonda, che genera sempre nuovi modi di essere: chi soffre di disturbo da attacchi di panico, resiste strenuamente a questo “parto” ciclico, lo respinge con ostinazione, con il risultato di soffocare la sua vera natura. Ecco da dove nascono l’angoscia e la paura di impazzire.

lunedì 9 marzo 2009

L'inizio...

La storia di Tiziana

Avevo circa 22 anni, una vita tranquilla, un lavoro, un fidanzato. Forse ero solo un pò troppo apprensiva nei confronti dei miei cari, sempre troppo precoccupata per paura che accadesse loro qualcosa. E sapevo di essere diventata così dopo la morte della persona a me più cara.....
Affrontavo però sempre tutto con grande grinta, e se cadevo mi rialzavo, convinta di essere forte, fortissima.
Un giorno, al mare con amici, iniziai ad avverire uno strano senso di disagio. Mi girava forte la testa, il cuore batteva all'impazzata, volevo scappare e avevo paura. Senza dire nulla, andai via, presi la macchina e nemmeno sò come arrivai a casa... Credvo di aver avuto un abbassamento di pressione o un colpo di calore. Mi andai a stendere sul letto, mi calmai e mi addormentai, pensadno che ero stata sciocca a spaventarmi così per un capogiro e comunque mi ripromisi di non andare più al mare in primo pomeriggio....

sabato 7 marzo 2009

Attacchi di panico

Raacolgo la testimonianza di chi ha attraversato questa malattia e come in un diario la racconterà giorno per giorno, fino alla guarigione. Chiunque potrà raccontare la propria testimonianza, e lasciare commenti. Questo diario spero servirà a chi soffre di attacchi di panico a capire meglio e a trovare la srada per affrontarli e uscirne.

Prima di tutto: attacchi di panico, una malattia vera e propria? SI . E non vergognatevene, ma affrontatela e parlatene, chiedete aiuto....

Attacco di panico
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Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici – Leggi le avvertenze
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Un attacco di panico, o "Disturbi d'attacco di panico" (DAP), è un periodo di paura o disagio intensi, tipicamente con un inizio improvviso e solitamente della durata inferiore ai trenta minuti. I sintomi includono tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio), tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia. Il disturbo è significativamente diverso dagli altri tipi di disturbi di ansia, in quanto gli attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati da alcunché e spesso sono debilitanti. Un episodio è spesso categorizzato come un circolo vizioso dove i sintomi mentali accrescono i sintomi fisici, e viceversa.

La maggior parte delle persone che hanno un attacco, poi ne hanno altri in seguito. Se una persona ha attacchi ripetuti, oppure sente una forte ansia riguardo la possibilità di avere un altro attacco, allora si dice che ha un disturbo di panico.